Salute e alimentazione

Varianti Covid: si valuta l’efficacia di alcune tipologie di mascherine

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La pandemia da Coronavirus sta ancora mettendo sotto scacco non solo il Vecchio Continente, ma un po’ tutto il mondo. Nonostante il vaccino stia entrando pian piano sempre di più a regime nei vari sistemi sanitari, c’è ancora tanto da fare e sono ancora troppe le persone colpite dal Covid.

In certi casi, uno dei principali problemi deriva dal fatto che tante persone non hanno capito bene quando e come indossare la mascherina (clicca qui per saperne di più), soprattutto i luoghi in cui deve essere portata obbligatoriamente come previsto dalla legge. Ormai, però, uscire di casa con la mascherina è diventata praticamente un’abitudine: per tale ragione, siccome il limite di riutilizzo è ben noto, serve averne una buona scorta. Proprio a tale riguardo, ci sono diverse piattaforme online che vengono mascherine e altri dispositivi di protezione, tra cui il nuovo store Maskhaze, in cui c’è la possibilità di acquistare mascherine FFP2 e KN95, tra le altre.

Aumentano le varianti e anche i rischi

Nonostante il diffondersi delle mascherine chirurgiche, con tante aziende che hanno modificato la produzione per realizzarne ingenti quantità, ora il problema è un altro e ancora più serio e riguarda le varianti del virus che sono in circolazione un po’ in tutto il pianeta.

Non era sufficiente la variante inglese, visto che poi si sono aggiunte quella sudafricana e, per ultimo in ordine di tempo, quella brasiliana. Nonostante non ci siano evidenze scientifiche circa un aumento della letalità del Coronavirus, è chiaro che è aumentata la resistenza nei confronti dei vari dpi, come ad esempio le mascherine.

L’allarme che arriva dalla Francia

Il Ministero della Salute francese ha lanciato un nuovo allarme, che si aggiunge alla lunga lista già presente. Ovvero, che alcune mascherine non garantirebbero una protezione sufficiente come in precedenza. È Oliver Véran che, nel corso di un’intervista che è stata rilasciata alla radio France Inter, ha suggerito di non utilizzare le mascherine che comportano un filtraggio più basso del 90%. Nello specifico, il riferimento a chiare lettera è nei confronti delle mascherine artigianali realizzate in stoffa, che non sono in grado di garantire un filtraggio superiore al 70% di particelle pari a tre micrometri.

Le sole mascherine che vengono raccomandate, di conseguenza, nella lotta al Covid, sono quelle chirurgiche, così come le FFP2. Per una protezione migliore e più efficace rispetto alle nuove varianti del Coronavirus, quindi, è fondamentale usare quantomeno una mascherina chirurgica. Nel caso in cui, poi, si frequentino luoghi chiusi, come gli uffici, oppure si debbano prendere i mezzi pubblici, è meglio utilizzare le mascherine FFP2, sicuramente in grado di garantire delle prestazioni migliori in confronto a quelle chirurgiche.

Non è un caso, di conseguenza, che in alcune zone della Germania, giusto per fare un esempio, per poter avere accesso ai negozi piuttosto che per l’impiego dei mezzi di trasporto pubblico, ci sia l’obbligo di usare una mascherina FFP2.

C’è grande preoccupazione per queste nuove varianti, non solo nell’ottica dei dispositivi di protezione da indossare, ma anche in riferimento ai vaccini e a tutte quelle cure che sono, al giorno d’oggi, in piena fase di sperimentazione. Ad esempio, i vaccini che sono stati lanciati in commercio, come quelli realizzati, ad esempio, da Pfizer, Moderna e BioNTech, riusciranno a garantire la medesima efficacia pure contro le nuove mutazioni del virus?

Ebbene, una biotech di ridotta dimensione sta operando proprio in quella direzione, cercando di realizzare un vaccino contro il Coronavirus che sarebbe in grado di garantire una protezione molto alta anche contro queste nuove varianti. In poche parole, il riferimento è verso quello che si potrebbe definire un vaccino di seconda generazione: c’è la speranza, ovviamente, che non serva, ma la prudenza non è mai troppa in questi casi e poterne contare come backstop è molto importante. E pare che anche un vaccino jolly contro future pandemie sia in fase di lavorazione: della serie, non bisogna farsi più trovare impreparati.